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Pascal Comelade | it

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Se c'è un cantautore che è del tutto estraneo alle logiche del mercato e dello show-business, quello è senz'altro il franco-catalano Pascal Comelade; difficile da avvicinare, visto che vive in uno sperduto paesino dei Pirenei e difficile trovare i suoi dischi.
Pascal Comelade nasce nel 1955 a Montpellier ma si è presto trasferito a Barcellona dove ha composto il suo primo album Fluences piuttosto influenzato dalla musica elettronica. Sarà praticamente l'unica esperienza in questo ambito, visto che ben presto la sua musica si sposta verso un approccio del tutto acustico e anzi spesso gli strumenti usati sono auto-costruiti come la bellissima serie dei suoi pianoforti-giocattolo. Dal 1975 - anno di uscita del disco d'esordio - la sua produzione discografica conta circa una cinquantina di titoli nei vari formati (LP, 45 giri, CD, CD singoli ecc...) e un altrettanto grande numero di spettacoli dal vivo, di collaborazioni - le più note con Robert Wyatt, Faust, P.J. Harvey e anche con il nostro Vinicio Capossela - di musiche per teatro e balletti, fino a concerti riservati ai bambini di scuole d'infanzia ed elementari.
Certo, decisamente un personaggio eccentrico e un po' naïve. Dilettantismo? Assolutamente no. Comelade è tutto fuorché un dilettante, la sua apparente scalcinata approssimazione nasconde una ricerca ben più profonda e puntuale, un'originalità che ben difficilmente si può accostare ad altri artisti. Comelade fa dell'eclettismo uno degli elementi caratteristici della propria musica, eclettismo ed assoluta libertà di movimento ed impostazione che riesce a far convivere in modo ottimale un'impronta decisamente popolare ed una colta sfruttando le fonti d'ispirazione più disparate: la musica da balera, il tango, la tradizione popolare catalana, la musette, la canzone d'autore, fino al jazz più contaminato.

Cosa colpisce maggiormente nei dischi di Comelade? Oltre all'originalità, sicuramente il fatto che la sua musica sia piuttosto indefinibile, capace di esprimente allegria e cupezza allo stesso tempo, una leggerezza e gravità che testimoniano come al compositore piaccia costruire e sviluppare i propri pezzi sui contrasti e sulle soluzioni meno probabili.
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